Pontefice dal 939 al 942. Presbitero
romano, fu chiamato a succedere a Leone VII per volontà di Alberico duca
di Spoleto, primogenito di Marozia, che esercitava allora il pieno controllo
politico e militare su Roma e i suoi territori. A
S. spettò dunque
la sola autorità religiosa e spirituale, con la quale intervenne
però anche in questioni di natura politica, ad esempio in Francia dove
promosse un accordo tra il re capetingio Luigi IV e i grandi feudatari in
rivolta. Egli minacciò la scomunica a chi rifiutasse di riconoscere la
sovranità del re ma dimostrò la propria disponibilità, ad
esempio, nominando vescovo dell'importante diocesi di Reims il figlio di uno dei
maggiori avversari del capetingio. Gli succedette Martino II (m. Roma 942).